domenica 1 marzo 2015

1 Marzo

Ascoli la Domenica mattina è diversa.
Un brulicare continuo di gente in Piazza del Popolo.
Bambini che corrono, altri in bici a tentare le prime pedalate.
Madri che urlano.
Padri che parlano di sport.
Qualche professore in pensione col giornale al Caffè Meletti.
Profumo di anisetta e sono solo le 11:30.

I Musei.
Vuoti.
Qualche tela di pregio in quel posto bellissimo che è la Pinacoteca in Piazza Arringo.
Un enorme ed irriconoscibile Tiziano non in ottime condizioni, mostra un San Francesco che riceve le stigmate.
Trittici e altri lavori davvero molto belli di Pietro Alemanno che curiosamente rappresenta Santa Lucia e Maria Maddalena con la stessa faccia.
Boh.
Tanti San Sebastiano, un San Rocco ovviamente in mutande, un probabile San Giorgio anche se mi sembra strano perché è più iconografia russa quella, tante Maddalene, Madonne ovviamente, a sorpresa anche diversi San Giuseppe.
Allora qualcuno in passato se lo cagava.

Un salto se lo merita anche il Galleria d'Arte Contemporanea "O. Licini" e mi vado a vedere diversi Licini appunto e un Fontana.
Oh.
A me Fontana è sempre piaciuto tanto.
Minimalismo, provocazione, sintesi, materia, sessualità.
C'è tutto in quei cazzo di tagli.
A sorpresa becco una mostra di Tullio Pericoli.
Che fottuto genio.
E un ritratto di Pasolini che mi ha lasciato a bocca aperta.

Esco.
Mi riavvio verso Piazza del Popolo.
Accedo all'entrata laterale della Chiesa di San Francesco, quella dal lato del Teatro Ventidio Basso, per intenderci.
Mentre sto per varcare la soglia di questa chiesa splendidamente gotica ecco che, come nei film, un ragazzo molto carino esce dalla chiesa.
Incrocio di sguardi.
Mi ha colpito.
Occhi azzurri.
E' più giovane.
Distolgo per un secondo lo sguardo.
Non resisto.
Lo riguardo.
Mi sta ancora guardando.
Non sorrido. Credo piuttosto di aver fatto un'espressione sfacciata.
Ero in parigine e quell'espressione ci stava tutta.
Purtroppo lui è alle mie spalle, e io oramai sono entrata.
Tutto finito.
E sono in questo luogo sacro.
Così goticamente spoglio.
Austero e semplice.
Mi fa sentire calma. In pace. In equilibrio.
E anche da qui me ne vado.

(E non importa se tutti questi posti li ho vissuti soprattutto con te, perché ora non sono più nostri, ma miei e non c'è più malinconia ad accompagnarmi nel ricordo di te con me, qui. )

E' l'una.
Sms di madre: "Il timballo è pronto, quando torni?"
E allora lascio la città tra l'odore di fritto di olive ascolane, un concerto di campane, un sole fiacco e un'arietta gelida.
E me ne torno verso il mare.












2 commenti: