Smontati ad arte, Caravaggio: “Bacco, Tabacco e Venereo”

Scimmie. Io sono Maddalena Penitente, vostra Capa Istruttrice. Da questo momento potrete parlare soltanto quando vi sarà richiesto, e la prima e l’ultima parola che dovrà uscire dalle vostre fogne sarà “Signora“. Tutto chiaro, luridissimi vermi?*

Ora che vi ho disciplinati possiamo pure continuare con la terza lezione dedicata a Merisi.
Ok,Go!
Se c’è un uomo a cui Caravaggio dovrebbe baciare il deretano quello è Francesco Maria Bourbon del Monte Santa Maria.
Madonna, mi viene l’ansia solo a pronunciarlo.
Protettore di nientepopodimenoche Galileo Galilei, grande sostenitore e appassionato di arti (ndr. fancazzista), fu fondamentale all’inizio della carriera del giovane Merisi in quanto suo committente e consigliere.
Nel 1596 il Cardinale gli commissionò due tele da regalare ai Medici, sua famiglia protettrice (non in quel senso), così dipinse “Il Bacco” e “Testa di Medusa“.

Il primo, a differenza del secondo, venne accolto particolarmente:
“Minchia, ma che è sta stronzata?”
E lo ficcarono in uno sgabuzzino sfigato degli Uffizi.
Ritrovato 400 anni dopo in Via della Lambertesca a Firenze, riconosciuto come autentico di Caravaggio ed esposto in pompa magna agli Uffizi dove tuttora giace.

Bacco
Autore: Michelangelo Merisi da Caravaggio
Data: 1596-1596
Dimensioni: 95×85 cm
Ubicazione: Galleria degli Uffizi, Firenze

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!

(Lorenzo de’ Medici, Il trionfo di Bacco e Arianna)

Sciocchi.
Se avete seguito le mie prime lezioni su Caravaggio, non dovreste avere particolari problemi ad interpretare in parte questa opera in quanto tutti e tre i quadri sono collegati dallo stesso tema e “attore”.
Ma nessun capolavoro del Merisi incarna più di questo la complementarietà degli opposti.
Sacro e Profano viaggiano così sulla stessa lunghezza d’onda confondendoci un poco le idee.

Mario Minniti posa dunque per la terza volta, ma in questo caso chi diavolo rappresenta?

• Ipotesi Profane: 
  1. Quell’ubriacone sciupafemmine di Bacco, il Dio del vino e della vendemmia, del sesso e del rock and roll! Ok, mi sono lasciata prendere un po’ la mano.
  2. Ancora una volta un’allusione omosessuale. Caravaggio “gioca” nuovamente con Minniti (presunto scopamico) ritraendolo molto simile ad Antinoo, un giovane greco noto per essere stato amante dell’imperatore Adriano.
  A conferma di ciò il dettaglio di Bacco che regge tra le dita un fiocco nero che va a chiudere il drappo. Il giovane appare così come un regalo sessuale protetto da una particolare “confezione”.
• Ipotesi Sacra:
  Rappresenta Gesù.
  E non è solo per la presenza dell’uva e del vino che ricordano l’eucarestia o per le vesti che rimandano ad un sudario o per i semi carnosi così rossi che esplodono dal melograno e che fanno pensare ancora una volta al sangue di Cristo, ma anche per il collegamento che c’è tra Bacco, Dionisio e Gesù Cristo:

“Secondo il pensiero neoplatonico del Rinascimento, la mitologia classica era piena di oscure anticipazioni della verità cristiana. Nel mito di Dionisio, morto per rinascere, si vedeva una profezia pagana della venuta di Cristo“. **

Ecco dunque che se all’inizio guardando il Bacco potevamo scorgerne la natura sibillina con quel sopracciglio alzato e leggerci una sorta di presa per culo del tipo che Monnalisa levati proprio…

“Ehi, facce da vermi! Scommetto che voi siete degli ingrati che di arte non capiscono un cazzo! E allora siccome qui comando io, usate quell’unico 5% utile del vostro cervello e sciogliete l’enigma che custodisco!”

…ora invece associandolo al Cristo ci sembra improvvisamente che in quegli occhi e in quello sguardo cali della tristezza.
Se poi fate caso alla caraffa di vino, sulla sinistra, potete intravedere un’ombra a forma di cuorerivolta verso il soggetto.

E’ dunque l’ennesima allusione eucaristica.
In chiusura due osservazioni.

1.  Le bollicine dentro la boccia di vino denotano un forte realismo. Il vino deve essere stato versato un attimo prima e Caravaggio lo vuole far notare e voi capre ve ne siete subito accorte, vero?!
2. Ma se qui Minniti incarna il Cristo/Bacco come mai viene ritratto con il viso e le mani abbronzate e le mezzelune di nero sotto le unghie?
   Perché, scimmie, in realtà non è il Cristo ad essere ritratto ma qualcuno che recita la parte del Cristo, qualcuno che nella vita di tutti i giorni è dedito al lavoro duro, qualcuno che deve guadagnarsi da vivere per andare avanti.

Aggiungo una cosa tutta mia. Ma prima un po’ di Alprazolam per tutti.
Più guardo questo Bacco e più trovo particolarmente affascinante il suo diofisismo cristologico.

Lo so, sembra una parolaccia, è forse lo è, probabilmente queste due parole neanche esistono e me le sono inventate l’altra sera al Carnevale di Offida, tra l’altro davano dell’ottimo vino rosso. Appunto. Sempre lì torniamo.

Ma che cazzo stavo dicendo?
Ah. Il Diofisismo è una dottrina della Chiesa Cristiana che sostiene la duplice natura umana e divina di Gesù. Infatti nel quadro abbiamo un Bacco/Cristo il quale viene impersonificato da un attore così umano da mostrare l’umanità delle sue mani sporche ed abbronzate.
Un vero tocco di classe.

La lezione è finita,
ameni.
Andate e riproducetevi.

Ps. La quarta lezione la decidete voi, sono a vostro completo servizio ergo scrivetemi sotto ai tweet o nei commenti al post, sempre se siete capaci di farlo.

Ps2. No scherzavo, anche la quarta lezione dedicata al Caravaggio la decido io e questa volta parlerò di… prostitute.

Ciao boccolotti!

Bibliografia:

• “Caravaggio, Vita Sacra e Profana”, Andrew Graham-Dixon
• “Caravaggio’s homoerotic early works”, D. Posner

*Tributo al mitico Full Metal Jacket
**Estratto del libro di Andrew Graham-Dixon di cui sopra

Post pubblicato per il LoLington Post del 17 Febbraio 2015: http://www.lolingtonpost.it/2015/02/17/caravaggio-bacco/