domenica 22 febbraio 2015

22 Febbraio

Ore 14.32.
Pigiama.
Letto.
Quel solletico al petto, ed è l'ansia.
La fatica di ogni respiro.
Non posso vivere la mia vita così, in balìa dei miei umori.
Un viso triste è più brutto, invecchia peggio.
Un'anima non deve abituarsi ad essere infelice, altrimenti ci diventa per davvero.
Quando sto così mi viene voglia di chiudere con tutto quello che mi circonda.
Amici compresi.
Voglia di isolarmi anche una settimana e non sentire nessuno.
Ma l'equilibrio che io ritrovo in un confronto solitario con me stessa è forse un equilibrio effimero e falsato?
Spleen.
E allora navigo per non pensare.
Navigo per distrarmi, per cercare due risate nei social.
Arrivano, durano quel poco che durano per poi riscomparire.
Sono un ramo rinsecchito.
Non provo neanche più una qualsiasi pulsione sessuale.
Anche solo la sensazione di leggerezza provata dall'idea di un futuro innamoramento.
Non succederà perché io sono cambiata, diversa e disillusa.
Non ho più quella predisposizione.
E la mia amica che dopo la fine di una lunga storia ora si vede trascinarsi in un'altra dai bellissimi presupposti, ecco, la guardo con tenerezza. Lei è felice, ma io non riesco ad essere felice per lei perché non credo più a niente.
L'unica cosa in cui credo è l'arte.
Guardo le opere e mi sento improvvisamente viva.
E' la mia ancora e mi ci aggrappo con tutta me stessa.

1 commento: