mercoledì 8 ottobre 2014

I tagli di Fontana.


Ma i famosi tagli di Fontana cosa stracazzo vogliono dire?
Ecco 5 plausibilissime ipotesi.
1. Un cazzo di niente

2. Voglia di autolesionismo

3. Un maledetto errore fortuito che gli ha procurato un sacco di soldi

4. La stilizzazione della vagina

5. Fontana, gran scopatore affetto da Alzheimer, era così che teneva il conto delle donne che si scopava

Pagliacci.
Prima che iniziate a ridere, vi fermo dicendo che l’ipotesi 4 è… vera.
Il taglio è anche una rappresentazione metaforica della penetrazione, del rapporto sessuale.
A me sono sempre piaciuti e mi chiedo il perché.
E’ un “less is more” in cui si esprime il gesto ribelle, impetuoso, “iconoclastico” ma PRECISO di chi vuole sfidare la sacralità della tela o quei concetti che la storia dell’arte ha insegnato e fatto rispettare fino a quel momento; si crea una cesura per cercare di andare oltre e trovare nuove potenzialità spaziali inesplorate, un protendere verso l’infinito.
Sono tagli affondati nella luce ma carichi di ombra, un tagliare la luce e ritrovare il buio, una rappresentazione metaforica dell’inconscio.
Mi fermo prima che mi mandiate a cagare, in fin dei conti credo che ognuno nei tagli possa vedere quello che cazzo vuole.
Chiudo con le parole dello stesso artista:
“È L’INFINITO, E ALLORA BUCO QUESTA TELA, CHE ERA ALLA BASE DI TUTTE LE ARTI, ED ECCO CHE HO CREATO UNA DIMENSIONE INFINITA, UN BUCO CHE PER ME È LA BASE DI TUTTA L’ARTE CONTEMPORANEA, PER CHI LA VUOL CAPIRE. SENNÒ CONTINUA A DIRE CHE L’È UN BÜS, E CIAO…”.
Capito no?

Capre, la lezione per oggi è finita, andate a pascolare in pace.
Dajeeee!

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