giovedì 16 luglio 2015

16 Luglio

10 giorni fa.

... e reagisco con distacco.
Mi proteggo così, atteggiamenti "robotici", evito di pensare, di emozionarmi di fronte sia alla gioia che al dolore.
Oggi però succede qualcosa.

Nel cassetto mi capita tra le mani la tua collana, quella color argento con una rosa per pendaglio che ti fregai 20 anni fa quando abitavamo insieme.

Rovistavo spesso nei tuoi cassetti, così pieni di bigiotteria e profumi e non riuscivo a resistere alla tentazione di fregarti le cose perché tu eri una così gelosa custode e io già da allora ero una stronza.

Ripenso alle 100 paia di scarpe che avevi.
E a tutti quei vestiti.
Amavi il blu.
Perché a te piaceva uscire la sera, andare in balera con le amiche e ballare con il tuo fidanzato settantenne (che lasciava a casa sua moglie, immagino abbastanza incazzata).
Ridevi sempre con quelle guance rosse e quelle mani perfette che la sera mi facevano la treccia.
Poi ti sei rotta le palle di farmela e allora ho imparato a farla da sola con quelle mani identiche alle tue e oggi sono campionessa italiana di rapidità in trecce.
In estate, quando in camera tua era caldo com'è caldo oggi in camera mia, ci mettevamo (entrambe con le gote rosse e accaldate) sopra il tuo lettone a guardare la tv, ogni telenovela era nostra: Cuore Selvaggio, Manuela, Beautiful... e durante la pubblicità il mio sguardo cadeva annoiato sul tuo comodino sempre così pieno di Harmony che non riuscivo a leggere, troppo sdolcinati... e tu, un'eterna sognatrice.

In quella bara non eri tu.
Non sei tu anche se sei dentro a quel vestito blu.

Tu sei quella perennemente sorridente, viziata e un po' egoista... con le guance sempre rosse.
Come le mie.

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