giovedì 12 febbraio 2015

12 Febbraio

Questi giorni sono tornata in fissa con David Bowie.
Ma non volevo dirvi questo.
Ieri sono stata ad un concerto.
Alla batteria un tizio posato ma che i piatti li sfascia come pochi.
Voce e piano, un maschio riccio, magro, belloccio, aria da drogato e alcolizzato.
Ergo: affascinante.
Accento emiliano.
Il mio preferito.
Insieme al veronese.
E al torinese.
Ero in questo locale carino, camerieri vestiti in modo strambo, alla moda sia chiaro.
Dicevo.
Ero col mio bicchiere di Vodka liscia in mano, in prima fila.
Vestito rosso, stretto, cortissimo. Calze coprenti. Parigine con bordo in velluto a chiudere con un fiocco con perla. Stivali neri. Capelli sciolti. Smokey eyes. Rossetto 914 di Kiko. Blush leggero. Perle. Qualche anello argentato di Stradivarius.
La musica andava a ritmo con la mia testa che sorso dopo sorso cominciava a girare.
Lui cantava e mi guardava.
La verità è che era strafatto di qualcosa e quei occhi non fissavano me ma il vuoto.
Ma chissenefrega. Mi guardava dritta negli occhi, mentre cantava, facendomi lievemente imbarazzare. E' stato bellissimo. Deve avermi suonato qualche corda dell'anima. Sto stronzo di un musicista!
Ad un certo punto l'ho messo alla prova. Gli ho riso in faccia. E ha girato lo sguardo. Allora forse mi guardava.
Va beh non me ne frega un cazzo.
Comunque il tizio ha una voce da dio.
E quella tastiera non la stava suonando, praticamente la stava sfasciando.
Ogni tanto mentre cantava canzoni grottesche tipo "Non dirgli che siamo poliziotti altrimenti niente figa" oppure "Erezioni tristi per eiaculazioni moleste" o ancora "Per l'amore ci sono sempre i gatti" si alzava, scuoteva la testa, lanciava il microfono da una parte e continuava a suonare.

Conquistata.

Ciao Giacomo, see you in the next life!

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