Anni '80.
Notte della Vigilia.
Casa di parenti.
Tutti in sala a pancia piena a scaldarci davanti al camino.
I bambini che litigano solo sempre.
Volano schiaffi e rispondono pianti isterici.
Ecco improvvisamente il suono di una campana.
E' arrivato Babbo Natale, cazzo! Correte bambini!
I miei cugini ed io corriamo verso lo studio, spalanchiamo la porta.
La finestra: APERTA.
E' pieno di pacchi.
Me ne fotto dei regali, vado alla finestra.
Mi affaccio. Voglio vederlo, cazzo.
E lo vedo.
Quella è la gamba di Babbo Natale che si slancia verso l'alto con le renne e la slitta.
Felice come una Pasqua vado dai miei urlando come un'ossessa: l'ho vistoooo!
Torno di là a guance rosse correndo con le mie gambette corte, vado a scartare i regali.
La casa ufficio di Barbie... in giro è un casino di carte regalo strappate, nastri, scatole aperte e schiamazzi.
Oggi a 33 anni ho ancora quell'immagine nella testa.
L'immagine della gamba di Babbo Natale.
Il mio cervello quella notte mi fece vedere cose impossibili.
E finché ne riserberò il ricordo, per me saranno vere.
Quindi posso dirlo: io, cazzo, ho visto Babbo Natale e vaffanculo a chi non ci crede!
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